E' come qualcosa che spinge da sotto, da sotto le costole risalendo lo sterno, preme e strizza muscoli, corpi molli, spugne piene di sangue... arriva su con la pressione di una canna gonfia d'acqua, e ti ritrovi solo ad accogliere tra due dighe rosse e consumate le molte lacrime che bruciano piu di candeggina.
Tutto questo certo non aiuta, il peso è enorme sempre e odio questa maledetta serotonina che scorre a fiumi come se fosse poi cosi necessario dover sentire, dover emozionarsi, dover necessariamente avere un cuore.
Il cuore è uo organo bellissimo, perchè è l'unica cosa che ti fa vivo, e ti senti più vivo quando sei spettatore di tutto quel limo che dagli argini rotti prorompe.
Vorrei solo contenere, usare, sfruttare questa marea meravigliosa e terribile e ribaltarla a mio favore.
O forse, è molto più dolce lasciarsi trasportare e stare in balia delle onde e girare...girare...girare.
Poveri naviganti; remi rotti, timone incerto, vele gonfie... E nemmeno un cielo stellato a indicare la strada.
Spero veramente che comincino a cadere quaggiù queste cazzo di stelle.
domenica 20 gennaio 2008
Capitano oh mio capitano
Pubblicato da V. alle 14:30
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