Tonante.
Mi sono buttato a stringere quel corpo quasi indifeso, che portava il tempo finito dentro di se ma che ancora segnava il passo e non mollava un centimentro.
Pensieri di accondiscenze, no.
Carita' e compassione, nemmeno.
Senso di colpa: si sta bene e ti senti in difetto di fronte al dolore; non penso proprio.
Affettuosa impotenza.
Stringi piano e le dighe in faccia quasi si rompono, ma tu resisti e compassato sorridi.
Quasi un Michelangelo nella cappella Sistina, quasi un Leonardo al Louvre.
Le mani scivolano su quelle ossa e carne e bordi finiti.
Noi siamo a scadenza, tutti.
Eppure ce ne ricordiamo solo quando leggiamo la data scritta sulla schiena di qualcuno.
sabato 24 gennaio 2009
Best before
Pubblicato da V. alle 12:52
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