Ne hai presi intrecciati filari di cavi neri e bianchi di fronte a te.
Possibilità.
Accarezzati leggermente per la loro gommosa lunghezza e sfiorati quasi in limine, alla fine.
Volevi renderti conto della loro pavida lunghezza, dimensione, consistenza.
E invece hai trovato ritorta su se stesso una dimensione unica e infinita, quella di ciò che ci si ferma a contemplare senza posa, quand'anche la luna rimane abbagliata dalla bianchezza di certi pensieri in terra.
martedì 5 agosto 2008
Sfrondavano i raggi della luna
Pubblicato da V. alle 22:27
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