sabato 21 febbraio 2009

Il giardino di pietra

A non essere bravi con scalpello e martello non v'e' nulla di cui vergognarsi.
Ognuno ha le sue affinita', e le mie con la pietra stanno solo negli occhi e nell'inevitabile.

Il grigio che si espande dal duro lascito della terra confronta l'aria con una fredda e serena parete, tanto da far perdere il senso di cio che sta sotto, cio che sta sopra e cio che sta davanti.

Certi muri ci allontanano da quello che riscalda il nostro cuore, e ne sentiamo il peso su spalle cosi piccole e strette che ti stupiresti di non vederne ripiegare l'arco ad ogni battito e respiro.

Ma la pietra ti guarda a sua volta; e il grigio poi tanto grigio non e' perche' e', pur sempre.
Il cosa non saprei dire, ma si "crea" ad ogni modo dalla fine e dalla negazione di un evento o di un'esistenza.

Qui invero e' qualcosa che nessuno ti potra' mai togliere o strappare dalla vista, se almeno guardi e scruti bene bene coi tuoi dolenti occhi di pietra.

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