Le foto mi scorrono come su un muro, e quel muro non ha mai fine.
Chissà perchè l'eterno del mai e il terno del fine vadano spesso a braccetto vecchietti e lenti, dai passi incerti in pantofole scure.
Rassicurante è la calma che esplode dagli estremi disadorni e accoppiati.
martedì 16 settembre 2008
E' come l'aria che piano soffia al contrario
Pubblicato da V. alle 00:28
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