giovedì 10 luglio 2008

La notte e l'alba di chi sente attraverso

"Ma mi senti almeno?"
"Penso di si.."
"Come pensi?!"
"Eh, non so se mi è lecito"
"Lecito?Ma io ti sento, e se ti sento sarà pur giusto sentirsi, no? O mi vuoi dire che è un illecito sfuggito al controllo?"
"Chissà, su queste questioni filosofiche non entro nel merito"
"Merito merito. Che merito ci sarebbe nel partecipare di qualcosa di ovvio come il sentire?E poi non facciamo gli stupidi, hai orecchie, parola e occhi; nonchè un bel musone grosso, se vuoi saperla tutta. Quindi non ti nascondere e avvicinati"
"Ah... ecco. Mi devo avvicinare"
"Ovviamente, lo sai che non ho problemi di sorta a chiedere quello che mi va' "
"Certo, come dimenticare certe velleità umane?"

Quella bellissima figura enormemente minuta e striata, avvicinò le sue vibrisse setose al viso un po' rotondo e noncurante che di sottecchi lo guardava.
Forse un morso sarebbe bastato a divorarne il busto tutto intero.
Ma certe tigri non vivono solo nel bengala o in siberia, nel selvaggio modo di vivere dettato dalla caccia e dall'autoconservazione.
Certe tigri non esistono qui.
E quella-diciamo-tigre avrebbe sopraffatto il mondo intero e oltre per proteggere quella furba testa rotonda.

Furba o folle.

Una notte tanto tempo prima, la fuori la notte era immobile e di canapa, il grano sfrigolava piano e la luna mescolava luci e ombre come un caffè denso e riflettente; e i rumori si facevano estivi, e la pioggia era lontana, e le promesse del terreno avevano finalmente dato i loro frutti.
Poi il silenzio: improvviso, pesante e soffuso.
Soffuso per il modo gommoso con cui i suoni rimbalzavano per la stanza da fuori.
Uscito, si accucciò piano perchè sapeva che la sua vita sarebbe dipesa solo da quanto lentamente si sarebbe mosso in quel momento.
Che cosa stupida, si disse, come se il movimento di una discesa sulle ginocchia fosse più sordida e grave di quel mastodontico paio d'occhi a clessidra dorati che lo fissavano bassi.
Occhi cosi mastodontici non potevano esistere.
O forse si?
E i denti... i denti, pensò. I denti erano scaglie quasi a moltiplicare quello sbrego di luna in cielo.
Ed erano tanti, lunghi e perfetti per il loro scopo. Perfetti, si.
Almeno pareva, eppure non si direbbe cosa saggia provarne durezza e movimento.

Però si guardarono.
Dimenticando dimensioni, dentature e occhi da una parte, e umanità, fragilità e mortalità dall'altra.
Si guardarono, e si videro.
Si videro; e semplicemente, come semplicemente accade per tutte le cose prime del creato, si sentirono.
Ogni sera si sentirono, prima con gli occhi e gli odori, poi con i suoni e le parole, e infine con mani e pelo unite a braccia con quella lingua di raso su un cuscino di raspe.

E cosi divennero. Semplicemente divennero.
Il cosa divennero, non contava.

Contava che il loro sentire era ciò che faceva girare e modulare tutto il resto, per qualsiasi luogo e tempo si potesse vagare con la mente e i salti veloci, ciò che permeava il tutto era quello.
Ciò che li definiva.
E nessuno avrebbe permesso a modo suo il male dell'altro.

"Con quegli enormi occhi penso che tu riesca a vederne di particolari e piccole cose"
"Penso di si. Ma non ho mai avuto occhi piccoli come i tuoi, non potrei dirne altrimenti"
"Sofismi. Lo sai benissimo che ti accorgeresti dell'aumentare del mio battito guardandomi solo la gola per un istante!"
"Il giorno che deciderò di fare un poco lauto pasto, ci penserò. Grazie per l'idea"
"Prego"
"Prego. Questa cosa non la capisco. Spiegami"
"Ma è solo un convenevole trito per chiudere il rito dei rigraziamenti. Nulla d'altro"
"Ah.. ecco. Sei stato proprio esaustivo. Le tue spiegazioni sono puntuali e precise, non lasciano dubbi. Sarò stupida io se ti dico che non ho comunque capito? Grazie..."
"Prego!"
"Ecco..."
"Cosa?"
"Questo prego, mi irrita"
"Ti irrita?A te nulla irrita"
"Falso, mi irritano un sacco di cose. L'odore delle persone stupide, le velleità divine, certi suoni osceni che escono da certe bocche e la cipolla"
"La cipolla?"
"Si, la cipolla"
"Certo che sei strana"
"Anche tu per me"
"Questo è vero, quando hai ragione hai ragione"
"Grazie"
"Prego"
"Ancora..."
"Cosa?"
"Prego!"
"Ecco che ti irriti"
Quei denti digrignati in quel modo subitaneo e scricchiolante fecero sorridere di rimando quella testa un po' rotonda di fronte.
"Volevo dirti una cosa"
"Parla, ti ascolto"
"Beh... ti voglio bene"
"Il bene.. me ne vuoi? Questa cosa non l'ho mai capita, sai?Il bene"
"Bene è quando vuoi che qualcuno sia felice, e la tua felicità si riflette e moltiplica nella sua. E' molto personale, un legame magari a senso unico ma forte verso chi lo prova. Anche se molti si riempiono la bocca di certe parole. Dovrebbero starne attenti a dispensare bene come se fossero pioggia e caramelle nel Borneo. Inutili"
"Ecco che sentenzi adesso..."
"Si, sentenzio"
"Comunque questa cosa mi fa sentire cose strane, ancora"
"Cose strane? Cosa?"
"Un certo calore da qualche parte tra le zampe anteriori e la coda, decentrato e diffuso ma localizzato e preciso; un po' sopra e un po' sotto. Forse anche in mezzo agli occhi e sulla schiena, sai? La pancia anche, e i fianchi ne subiscono l'influsso. Insomma, non ci capisco nulla..."
"Bene!"
"Come bene?"
"Vuol dire che sei sulla buona strada per capire il bene"
"Ma non ci capisco veramente nulla col bene"
"Ecco. Questo è cio che ti salva"
"Ti voglio bene"
"Ti voglio bene"

Presero la rincorsa e saltarono sui tetti e i palazzini bassi. Tra quei campi di grano lasciarono orme che si rialzarono senza mostrar traccia. Gli alberi frusciarono e i balzi scossero ovattati la terra nuda. Il mare si avvicinava e corserò forte e a rompifiato sulla spiaggia fredda e compatta. E la neve più in la, e il ghiaccio vetroso e azzurro. In più non si fermarono nemmeno quando le lame dorate tagliarono l'aria satura delle loro corse sfrenate.

"Verso il sole, verso il sole!"

Si sentiva nell'aria squillante il grido di euforia e vita, quasi che a vocalizzare anche ruggiti e rombi di gola ci si mettesse quell'essere enorme e innamorato.

Che finalmente avevano capito il bene.

Il bene di vivere tutto.

Il bene di vivere per sentire attraverso il loro legame, l'infinito intero.

2 commenti:

.m. ha detto...

il sentire forte e chiaro di certi animali.
il sentire.
e il Bene.

bello, mi piace.
(molto)

Anonimo ha detto...

...non so se posso...ma era dolcissimo.....grazie.....

ps. ho sempre odiato il "prego"!


...io...