Hanno falciato il grano, e il verde all'interno si sfila basso tra decine di filari arrancati nei denti di metallo della macchina.
E la scoperta per caso, guardando a occidente con gli occhi semichiusi del mattino e la finestra stranamente aperta; e stranamente proprio adesso che il campo è tornato al mattino, alla primavera, allo smeriglio di un sole che copula ormai con le zolle nude non più pudenti di giallo.
Ne ho raccolto dentro un po' per me.
E uno sguardo basta per badare al mio raccolto.
sabato 19 luglio 2008
Cerere
Pubblicato da V. alle 12:12
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1 commento:
che di quel grano piccino ne ho portato tre spighe anche qui, al quarto piano
^_^
cerere, in fondo, è sempre stata mia madre, da piccola Kore quale sono...
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