domenica 14 settembre 2008

Cerulea la luna

Si avvicinò strisciando il piede in catene l'uomo ammantato di nero con le caviglie bianche.

E la notte aspettava seduta e piegata di lato tra piccole morbide volute di tessuto nero.
Strizzò gli angoli della bocca, tendendo la pelle sui denti adombrati solo dalla luna più chiara.

Questi lo guardò e disse lui: "tu non conosci il sacrificio. Tu non sai cosa vuol dire il sacrificio. Il sacrificio ti rende umano; ti da una... parvenza di vita. Una parvenza che non si sente di solito; camminando e correndo su strade dritte e lastricate, polverose o battute dalla pioggia. Ti accorgi dell'esistenza solo nel sacrificio. Il sacrificio è la vetta più alta delle prospettive umane, fragile e debole come tale certa mortale attidudine delle persone a finire, prima o poi. Fai parte dell'infinito nel sacrificio, perchè il sacrificio è sempre; il sacrificio è infinito".

L'uomo dal piede incatenato alzò lo sguardo.
Negli occhi pinti di nero velati di lacrime, c'erano miti domande.


"Perchè?"

L'uomo ammantato di nero preso da un moto di stizza, con una smorfia, si chiese se le parole potevano ammorbare certi tumuli pensieri per l'orecchio freddo di quell'uomo imprigionato.

"Il sacrificio per gli altri è ciò che ti fa uomo. E vivi o muori, per ciò in cui credi".

2 commenti:

.m. ha detto...

l'ho riletta non so più quante volte, ma...
non ho mica capito quanti uomini ci sono qui.
è l'uomo ammantato di nero che si trova di fronte la notte e parla a se stesso imprigionato?
o ci sono due uomini uno dagli occhi pinti e l'altro dal piede incatenato?

scusa, lo so:
terribili infauste sfortune a colui che leggendo chiede spiegande nefaste all'autor di turno, ma io chino il capo e mi arrendo.
forse avrei dovuto tacere il dubbio.

grazie comunque, a priori.

V. ha detto...

Due sono gli uomini l'uno ammantato di nero come la notte, l'altro ammantato di nero e basta.

Grazie per leggere sempre.