sabato 6 settembre 2008

Senza clamore

Quante sono le fenici?

Quanto premono le acque su dighe trafelate non in terra battuta ma in dura madre?
Come spira il vento da sotto invece che dall'alto?
Quali zampe artigliate ti scavano e premono la schiena a tutto sesto?
Come rendi trasparente il tuo sorriso di fronte alle corrucciate piombe ignoranti di chi non vede?

Ho visto le onde piccole e roteanti da ballerine piccole su piedi minuti, gli occhietti turchesi vispi e acuminati socchiudersi e spalancarsi in fiotti allegri.

Iridescente.

Il riflesso figliato da strali e appese sottilità di fluidi marini.

Cangiante.

Tempo e umore esploso di sabbia paglierina e cuscini di pingui alghe rossicce.

Murmureo.

Lo sgorgare continuo che copre le brutture terrene e ne cambia l'esistenza in marine.

Ti sei preso tutto come sempre, e ne lasci tradotto e masticato bene bene ai bordi come pelle conciata e morbida sulle braccia e il viso.

E ti ho stretto e accolto, cosi come nei miei occhi sempre dell'altro colore ti ho fatto padre e madre sopito e tumultuoso.

Adesso ne riposo sottile su un lastra affacciata al mondo quotidiano.

Qui, con la lingua, conto come battiti il sapore commovente di sale spumoso, passi affondati, talloni sospinti.

2 commenti:

.m. ha detto...

sì, ho deciso di premiarvi tutt'e due, ché siete i miei poeti bloggers preferiti
^_^

quindi sul mio blog c'è uno sbrilluccichino per voi due
=_=

.m. ha detto...

io questa chiusa me la rubo!
è soave, ha ragione il brambo:
poesia!
^_^