lunedì 31 marzo 2008

The Nothing Song

Come di attese e flegree pianure di echi stanchi, tutte prese da un ritmo incessante e onnipresente, senti le vite.

Le parole disarticolate, tese nel vento in vortici cantilenanti ti assicurano di tener stretto lo strappo che provoca l'altrui poca benevolenza.

Un punto fermo di organi corposi e fieri, da cui poi tutto segue il suo corso, da cui non si può sfuggire.

Eppure dentro quelle carnali armonie di fresca erba tagliata ricamate di rivoli e linfa trasparente, percorri la strada che ti porta da qualche parte.

La qualche parte che ti rendi conto non è poi tanto qualche, ma quella.

Il bene sempre, la vita ovunque, te stesso, dunque.

2 commenti:

.m. ha detto...

ma com'è che scrivi così bene?
wah, la primavera ti fa bene.
e quella chiusa finale, dunque.

clap
clap
clap

Petra ha detto...

Anche quando pensi di essere nel peggiore dei luoghi, nel più insignificante stato d'animo..c'è sempre un perchè.
Tutto ha un senso.
C' è un destino che traccia la strada??
Cmq..per tutto c'è un prezzo da pagare..e la fine è forse più un inizio..dipende dalla prospettiva.

"Il bene sempre, la vita ovunque, te stesso, dunque."