lunedì 2 giugno 2008

Il bello dopo il peccato

Certe lune da dietro sembrano fisse e bianche come di marmo avvicinato alla carne, stabili e luteee come porcellana dura e perenne; come spuma e latte fredde e sabbiose.
A vederle la natura umana sospira stanca di fronte agli eventi carichi di nulla, anche un tozzo di pietra bianco e iridescente sembra stare e vivere sopra a tutto come uno slancio di trionfante coscienza.

Le gambe perfette, i fianchi di pudore verginale, i fiori ripresi e abbandonati tra l'amore saffico di chi sorprende in se l'attimo di eterna felicità e giovinezza.

Non so se amare la perfetta variabilità della scultura o il dolce e intrecciato abbraccio che queste tre grazie ci porgono alla vista.
Sarò dietro di loro, non ho bisogno di guardarle in viso per saperne l'espressione.

Mi bastano le braccia nude e amorose che si stringono scaldando la fronte e il petto più di uno scalpello piantato nella carne viva.
Scalda e sopravvive questo marmo, per sempre: lo sguardo è sognante, semi chiuso; le palpebre abbassate e ammorbidite dal lauto e salubre respiro caldo che dappertutto sprigiona creazione.

Si sarebbero baciate e ne avrebbero fatto dolcezze e sospiri avvinghiate con carezze.

Ma voi non vi fermate.
E immobili dateci speranza del bello; brillate e splendete per noi, che stiamo qui a guardare.

1 commento:

.m. ha detto...

ma quindi queste:

certe lune da dietro

già, dappertutto sprigiona creazione.