lunedì 30 giugno 2008

L'ultima volta di Megiddo

E buttò giu un palazzo con uno spintone, quattro cartelli autostradali, due ponti e dieci portoni.
Poi prese a manate aperte i campi da calcio, le ringhiere, i pilastri delle case e strinse a se i lembi dei campi vicini.
Divelse otto strade, sette marciapiedi e persino due o tre panchine solitarie.

Stanco.

Stanco si sedette tra due colline innamorate e strette tra loro.

Quindi aspettò con le spalle a oriente.

E tremò quando le gelosie che le nuvole avevano creato gli fecero stillare la luce satura e terribile di quell'unico tramonto.

1 commento:

Anonimo ha detto...

.... se posso, timidamente, ti dico che mi piace.....

...IO...