Giustificanti e giustificati, appianati assieme da distanze oggettive e soggettive di corpi che si legano senza morale.
Vorrei solamente donare la vista a chi un po cieco amabilmente si prodiga di lusinghe sulla lungimirante pulsione a trovare anime migliori un po più in la.
Eppure guardo sempre le nuvole lassù e mi ricorda la canzone e non c'è colpa, e non c'è necessità di far capire.
Ma ti stringono a braccetto come una dolce nuova cantante ti allieti e ti guardi negli occhi mentre gira con te: stretta la mano sul'avambraccio, caldo il respiro dal seno agguatato, piccoli i movimenti delle labbra che parlano solo di note.
Tutto ciò spento nelle stanze di chi sminuisce; perchè il rispetto non sta solo nelle persone, ma anche in ciò che dentro sentono.
martedì 22 aprile 2008
Come il dolce respiro che ho sempre dentro
Pubblicato da V. alle 22:12
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1 commento:
con questa chiusa hai deciso di stendermi?
in quello che dentro sentono, anche se a volte non vorrebbero sentire.
nulla.
un ciao dall'isola del sole.
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