martedì 22 aprile 2008

Come il dolce respiro che ho sempre dentro

Giustificanti e giustificati, appianati assieme da distanze oggettive e soggettive di corpi che si legano senza morale.

Vorrei solamente donare la vista a chi un po cieco amabilmente si prodiga di lusinghe sulla lungimirante pulsione a trovare anime migliori un po più in la.

Eppure guardo sempre le nuvole lassù e mi ricorda la canzone e non c'è colpa, e non c'è necessità di far capire.

Ma ti stringono a braccetto come una dolce nuova cantante ti allieti e ti guardi negli occhi mentre gira con te: stretta la mano sul'avambraccio, caldo il respiro dal seno agguatato, piccoli i movimenti delle labbra che parlano solo di note.

Tutto ciò spento nelle stanze di chi sminuisce; perchè il rispetto non sta solo nelle persone, ma anche in ciò che dentro sentono.

1 commento:

.m. ha detto...

con questa chiusa hai deciso di stendermi?

in quello che dentro sentono, anche se a volte non vorrebbero sentire.
nulla.

un ciao dall'isola del sole.