mercoledì 23 aprile 2008

Segno l'aria come graffi

Gira.

Indurisce la scorza crepata di argilla secca al sole.

Gira.

Pensa e guarda con occhi veloci la linea dell'orizzonte. Lontana? Quanto mai vicina.

Gira.

Stringi le braccia a croce sul petto, che aumenta pure velocità e contenimento.

Gira!

Guardami, avvicinati, cercami. Riesci a stringermi?

Gira, ancora!

I piedi quasi si sollevano, e tutto un fascio di tempo dal passato al futuro diventa un grandangolo infinito.

GIRA GIRA GIRA!

Sorrido di sottecchi. E fermo di colpo il movimento.

Dritto davanti a te gli occhi a schegge di luna e di mare, te li inficco dentro nei tuoi di sottobosco pesanti e bassi.

Stringo i pugni, stringo, stringo, stringo.
E sporgo il capo verso il tuo mento fisso e indugiato ancora all'ultimo giro.

Dammi le stanze che chiuse vedon colori solo dipinti sui muri.

1 commento:

.m. ha detto...

tempo che si fa grandangolo.
infinito poi...

forse mi sono bruciata, col sole, una parte di braccio.
o si chiama avambraccio?
boh.

^_^