Siamo tutti nati in cattività.
Non esiste la zona selvaggia dove solo unghie nere di terra trafiggono zolle e steli, qui pavimenti bianchi e trasparenze di verde incastonate nei muri ci fanno credere di essere un po' quasi liberi.
Credi di sbranare, addentare, guaire e latrare alla luna bassa e pesante.
Da dietro un tronco , una scheggia di corteccia, muschio o licheni abbarbicati dietro i sassi odorosi.
Ma tu vivi in una gabbia.
Lenta.
Calda.
Bianca ad assorbire tutti i colori e a donare ai tuoi occhi solo quello che vuoi vedere.
Lunga.
E il rosso, i colori, gli scatti tra i rami e le selve adombrate, le corse frenetiche e la fame.
Tutto nella mente.
La gabbia più bella che sia stata mai creata.
lunedì 19 maggio 2008
La preda
Pubblicato da V. alle 21:41
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