Scalpito tra titani e foschia sui bordi della valle; e dire che mi ci sono portato dentro maculando qualche pensiero di un po' di stupore.
Plagiavo la strada.
Me ne facevo quasi simbolo mentre snodavo me stesso tra quelle pareti a V che portavano sotto le chiese alte e senza strade sui pendii gia verdi.
Ci si arriverà in qualche modo su quei sagrati che vedi dal basso, abbracciati e sbocciati da coste e mezze cime famelicamente spuntate ad addentar l'aria.
I pensieri erano rocciosi, lenti, ombrosi.
Mi si indurivano addosso, o appesantivano la mente.
Eppure era cosi benevola l'assenza d'altro che potesse in qualche modo scalfire certi Atlanti, in attesa ancora di combattere contro il mare.
martedì 13 maggio 2008
Titanomachia
Pubblicato da V. alle 22:42
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
1 commento:
tutta tutta, ma la chiusa, la parte finale...
...quella è davvero un bel leggere e sentire.
che certi Atlanti reggono il peso del mondo, non hanno da combattere contro il mare.
ti abbraccio, posso?
Posta un commento