venerdì 4 aprile 2008

Mood Indigo

Delle volte mi stupisco dei glitter dorati che addosso mi spargo; del vetro sporco dal quale mi guardo erti mobili vecchi di fasti e musica lenta, soffitti alti e controsoffitti di legno acido.

Quando la polvere mista all'oro ti ha sporcato a strisce strane le mani e le braccia, e tu tenti e ritenti di toglier via il colore ammansito dal tempo.

E' ormai tramonto e ora di di qualcosa.

Ora di cosa?
Ora di me.

Sedendomi su un cuscino ancora viola e morbido, unico e muto arredo di un maliconico e banale pensiero, guardo attorno con gli occhi a volte azzurri, a volte blu,a volte trasparenti, e mi appoggio al respiro come ad un vecchio bastone torto e disadorno.

Da qui, dal basso, tutto ha sempre una dimensione diversa. Ti sembra tutto più vicino, dalle schegge aguzze del pavimento, alle corde metalliche di chitarre che furono, all'odore di cortecce morte da tempo.

Eppure il sipario c'è sempre.

E mi alzo in piedi.
Schiarisco la voce.
E ancora mi incanto a recitar me stesso.

1 commento:

.m. ha detto...

torto e disadorno anche il mio respiro.
e non avevo mai pensato a quanto fossero aguzzi certi pavimenti.

certe debolezze di pensiero fabbricano le parole che c'incantano, oltre il nostro se stesso che - sopito - confonde i colori dei sorrisi senza denti.

que te duermas bien...