lunedì 7 aprile 2008

Volevo essere l'ovest che cercavi

Come quando aspetti il pugno forte nello stomaco, indurisci i muscoli e ti prepari per tempo.

E il refolo d'aria ti prende l'occhio e la mente, e giri lo sguardo.

Allora il colpo arriva forte e improvviso sputando fiato e stupore proprio quando ne avevi più bisogno.

Ti accasci, ci pensi, ti contrai come una corda tesa tra cervello e stomaco; inarchi i mille pensieri tutti in un fascio, e lasci fluire il dolore.

Smarrimento e vuoto, odore di sapone sfumato che sa di tanto tempo fa ti ammorba, addolcisce pillole amare indorando solo la delusione, ruvida e irresistibile sotto il palato.

Ti rialzi e ti tieni il ventre come un tesoro inestimabile, uno scrigno di emozioni crepato di legno di cedro.

Come è bello questo legno, pensi.

Come profuma di sole, e di sale.

2 commenti:

.m. ha detto...

non so come commentarlo, questo pezzo.
mi piace, mi dice cose che vorrei aver scritto io.

che sono sempre stata una specie di est.
non so in che senso, poi.

non so come commentarlo, quindi me lo rileggo.
ancora.

Anonimo ha detto...

Pensavo che forse volevi lo commentassi?! ma sai che io sono fatta di silenzi!

"C'è stato un momento in cui
mi è sembrato capirci qualcosa
vederci più chiaro in mezzo alle trame che intreccia la vita
ma è stato un attimo
soltanto un attimo".