venerdì 2 maggio 2008

Col fuoco e la favella

Lo so che non mi si deve comprensione e nemmeno più di semplice attenzione.
Non quella profonda discesa su pendii e voragini scure dell'animo, ne salite verso vette sopra coltri bianche e umide, a vedere il sole vero.

Non mi aspetto che quelle idee fermentino nella testa degli altri, ne che i semi piantati fruttino ciò che la loro natura compete.

Tanto meno che mi venga accarezzata quella pelle interiore, in un massaggio circolare a cercar piege nascoste e definirne peso e sostanza.

Ma chiedo una cosa sola: ditemi cosa volete, o che state per volere, o che potreste volere da me.

Tutto.
Parole, baci, insulti, frasi, gomiti e palmi, sottecchi e sorrisi, strette e abbandoni.

Anche se fosse un calcio o una bastonata, fatemi vedere quella luce chiara e definita che più non mi faccia inciampare in mezzo a spigoli, triclivi e sponde.

Insomma, non latitate, fatevi carico di tutto e parlate.

Parlerò anch'io per voi.

1 commento:

.m. ha detto...

'Ma chiedo una cosa sola: ditemi cosa volete, o che state per volere, o che potreste volere da me.'

non credo che ce lo diranno mai.
che se poi analizzi la frase potrebbe significare che ce lo diranno:
non credo che sarà mai, quindi ce lo diranno.

non lo so, ma oggi sbarello.
oggi pazzia sguinzagliata, pericolante.
pericolosa.

e leggere queste tue non fa altro che accentuare la mancanza di.
cosa?
già, parlate.
che poi parlerò anch'io.