Nell'aria calda di una mezza estate quasi anticipata prima che albeggi ancora il cielo, era li arcuato e disteso.
Prima che un nido o un lago ne prendesse l'armonia, mi si stagliava contro il basso crepuscolo che andava svegliandosi; quasi che si pensi all'irreale profilo di certi contorni che noti solo quando quella non luce copre ogni cosa.
E li stava, un cigno dagli occhi di luna.
E mi guardava.
E attendeva e anelava, tratteneva e respingeva, bramava e inorridiva.
Eppure per i tempi interminabili tra quello che è di notte e ciò che sfuma di giorno, ho sentito quel cigno adagiarsi e mescolarsi a quel blu che tutto pervade.
domenica 11 maggio 2008
Le grand bleu
Pubblicato da V. alle 23:23
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1 commento:
la non luce si verifica, si mostra solo due volte al giorno.
e non a tutti gli sguardi.
nel semicrepuscolo del poco quasi tramonto, senza dubbio.
e nel prealba.
una sorta di coperta densa, quella non luce, grazie alla quale a volte vedo meglio il meno visto di sempre.
e quel cigno, un giorno, mi disse:
i tuoi occhi lo sanno.
bramava e inorridiva.
il film, le grand bleu, non mi piace.
ma quel blu liquido è la mia vita e quel pervade che hai scelto mi galleggia dentro, blu e verde.
che il mio mare è così:
blu e verde.
e pervade.
(leggerti a volte mi lascia quasi alla deriva, perché?)
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